Da diversi anni la U.E.C.A. collabora con Francesco Leprino per la realizzazione di progetti e attività musicali.

PRODUZIONE 2015

O dolorosa gioia
Carlo Gesualdo, principe di Venosa (1566-1613)
Film, Italia – 2013-2015
Durata: 90 minuti
UN FILM SULLA MUSICA DI CARLO GESUALDO

Le proiezioni a Milano: gesualdo

Carlo Gesualdo, Principe di Venosa, uno dei massimi musicisti del tardo Rinascimento e di ogni tempo, nipote di San Carlo Borromeo e del Cardinale Alfonso Gesualdo, appartenente a una delle famiglie più in vista del tempo, fu uomo tormentato, omicida per ragioni d’onore della moglie e dell’amante, sposo in seconde nozze di Leonora D’Este, musico eccelso che trascese il proprio tempo.
Sopravvisse alla morte dei suoi due figli, morì nel tormento nel suo fastoso castello fra i monti dell’Irpinia, terra che conserva nei suoi feudi le vestigia delle dimore a lui appartenute.
Compose 6 libri di madrigali a 5 voci e cicli di musica sacra (Responsoria e Sacrae Cantiones) che per oltre quattro secoli hanno interessato e ispirato molti compositori. Come la sua vicenda biografica, amplificata e colorita dalla fantasia popolare, che ha ispirato romanzi, film, musical, canzoni, pittori e innumerevoli intellettuali di ogni epoca.
Musica profana e musica sacra s’intrecciano indissolubilmente, e costituiscono la rappresentazione delle inquietudini, delle angosce, della disperazione, della speranza, del dubbio, dell’attesa dell’al di là, di un uomo che vive la crisi esistenziale delle certezze rinascimentali, dell’aristocrazia della seconda metà del ‘500, e anticipa l’inquietudine e la soggettività dell’uomo barocco.
O dolorosa gioia è un film “musicale” su Carlo Gesualdo che parte dalla sua opera e dai suoi testi madrigalistici per risalire alle vicende umane, in cui i versi suggeriscono immagini che fanno baluginare flash biografici della sua esistenza.
L’occasione centrale resta il tormento che scaturisce dai madrigali, dai loro ossimori, dalle loro forti dissonanze sonore, mentre asse portante è la rappresentazione delle ossessioni di Gesualdo.
Il film è la composizione di un dissidio musicale, verbale e interiore, per restituire una risultante armonica di un personaggio solo apparentemente contraddittorio: nella logica della sua musica e della sua follia, c’è il tentativo di comprenderlo, senza etichette.
Una polifonia di “trame” si contrappuntano nel film: anzitutto quella musicale, quindi quella storica, processuale, iconografica, musicologica, documentaria, della fiction e della mitologia popolare.
Francesco Leprino, regista musicologo
Musicista, musicologo, organizzatore musicale, ha pubblicato dischi, volumi e saggi musicologici. Dal 1995 si è occupato di audiovisione, tenendo corsi universitari, seminari e conferenze e soprattutto realizzando video antologici e sperimentali, fra i quali: L’ascolto dell’immagine (1995, 120’); Clips und Klang (1998, 60’); …In cento ben pugnate battaglie…Verdi nel cinema! (2001, 100’); On Smoking! (2004, 12’); In casa mia v’aspetto! Mozart a Vienna (2005, 90’). Tali video hanno avuto lusinghieri riscontri di critica, sono stati selezionati in autorevoli festival, sono stati trasmessi da RAI1 e RAISAT Cinema e proiettati in prestigiose istituzioni in Italia, Germania, Danimarca, Canada, Stati Uniti.

 

FILMOGRAFIA

Un Gioco Ardito – Dodici variazioni tematiche su Domenico Scarlatti
Film su Domenico Scarlatti (1685-1757: 250 anni nel 2007)
Film, Italia – Portogallo – Spagna, 2006 Durata: 98 minuti
iRegia e sceneggiatura Francesco Leprino
Produzione Al gran sole
Musiche di Domenico Scarlatti reinterpretate ed elaborate da:
Arrigo Cappelletti, Alfredo Casella, Azio Corghi, Giovanni Falzone, Giorgio Gaslini, Ruggerò Laganà, Fabio Nieder, Le Orme, Maurizio Pisati, salvatore Sciarrino, Javier Torres Maldonado, Isa Traversi, Massimiliano Viel
Clavicembalo: Ruggero Laganà
Interviste a: Enrico Baiano, Emilia Fadini, Gustav Leonhardt, Roberto Pagano, Giorgio Pestelli , José Saramago, Salvatore Sciarrino
Con il patrocinio di: Società del Quartetto, Milano – Centro di Musica antica, Napoli
Conservatorio San Pietro a Majella, Napoli – Orchestra e Coro G.Verdi,Milano

ll film getta uno sguardo inusuale e molto originale sull’opera di Domenico Scarlatti, e permette una puntualizzazione storica di quello che si può considerare uno tra i massimi compositori italiani di musica strumentale, di cui nel 2007 ricorre il 250° anniversario dalla morte. Il film, oltre a rivisitare i luoghi scarlattiani, prende in esame una dozzina di Sonate nella loro versione originale, confrontandole con una serie di “riletture” moderne ad opera di compositori appartenenti a diversi generi musicali. Il progetto coinvolge alcune tra le massime personalità che si sono occupate di Scarlatti a vari livelli – da José Saramago a Gustav Leonhardt – oltre ad esimi esecutori. Il film è stato consigliato dal Ministero degli Esteri alle Ambasciate Italiane nel mondo.

Se in Italia ci fosse più spazio per il cinema d’autore, film come Un gioco ardito, che il regista e sceneggiatore Francesco Leprino ha girato nel 2006 fra Italia, Spagna e Portogallo, finirebbero al cinema e subito dopo in TV, senza un filo di pubblicità. La pellicola che il musicologo sta presentando in tutta Europa… è un gioco di intelligenza e di gusto che mescola linguaggi, stili e musiche in un montaggio disinvolto. Ne risulta una presa diretta che fa sentire Scarlatti… nostro contemporaneo… Utile anche per svecchiare la musica classica.
(Luigi Di Fronzo – La Repubblica 7-6-2007)

Sul nome B.a.c.h.
contrappunti con L’arte della fuga
Un viaggio in Germania, da Eisenach a Lubecca, sulle tracce di Bach, dentro una delle opere più emblematiche e assolute
Film, Italia – Germania, 2008/2011 – Durata: 115’
Ideazione, regia e sceneggiatura di Francesco Leprino
Elaborazioni strumentali di Ruggero Laganà e Alessandro Solbiati
Narratori: Arnoldo Foà, Sonia Bergamasco
Johann Sebastian Bach: Sandro Boccardi
Con la partecipazione di:
Bruno Ganz: voce di J. S. Bach
Stefano Bollani: pianoforte in Harmonia Mundi
Con il patrocinio di: Alpha Trading S.p.a., Auditorium di Milano, Conservatorio di Milano, Divertimento Esemble

Beethoven diceva che Bach non era un ruscello ma un mare.
La musica di Bach sta a un piccolo film come un oceano sta a un guscio di noce: non potendo in alcun modo esservi contenuta, se ne può cogliere solo la sua decantazione e la sua astrazione.
L’arte della fuga, senza apparente destinazione strumentale e senza un nome (il suo titolo fu apposto probabilmente dal figlio C. Ph. Emanuel o da Marpurg) è lasciata incompiuta da Bach e costituisce, insieme alle ultime, per certi versi enigmatiche, opere (L’offerta musicale, le Variazioni Goldberg, le Variazioni canoniche…), un cosciente testamento per il futuro, per l’eternità.
La fuga, per sua natura musicale, è un motore perpetuo, che non ha fine, per cui solo un’interruzione brusca può porvi termine. La sua incompiutezza è indice della sua smisurata compiutezza.
Il pensiero che viene trasferito sulla carta e ritorna alla mente di chi “legge” diventa così la sintesi perfetta del genio di Bach e della musica stessa. E come per magia può essere racchiusa in quel picciol vaso che è la lanterna magica del cinema, in cui troveranno posto anche le tante vicende e i tanti luoghi vissuti da Bach.
L’altra sfida è quella di calare questo pensiero musicale, destinato probabilmente alla sola tastiera, nella matericità e concretezza dei colori di tutti gli strumenti possibili, come un gigantesco clavier à lumière, quasi a renderlo tangibilmente e prepotentemente visibile a tutti.
(Francesco Leprino)

http://www.gransole.net/video/bach.html